Come
l'erba "sulla" fu introdotta nelle Marche
[Tratto da "IL TRONTO"
Mensile della Vallata del Tronto - Luglio 1982]
[Villa Cantalamessa a Colli del Tronto]
Pochi anni prima del 1860, esisteva ancora a Pescara, nel
prossimo Regno delle due Sicilie, una galera destinata allora
specialmente ai detenuti
per reati politici. Tra questi
vi era il Barone De Cesaris di Penne, cittadina che
faceva parte dell'Abruzzo ulteriore II(l'attuale provincia
di Teramo), uomo
straordinariamente ricco, del quale si racconta
che in visita del re Ferdinando II a quel penintenziario,
chiedesse al re di potersi fare, a sue spese, una catena d'oro
con relativa palla dello stesso peso di quella di ferro, che
portava al piede. Il re chiese al Direttore se fosse nelle
possibilità economiche di farlo, e questo rispose che avrebbe
potuto farlo, che avrebbe potuto fare questo e ben altro.
Ma il re rifiutò il consenso a quella che, in fondo, era una
stupida vanteria.
Questo per prendere l'avvio e come antefatto.
Avvenne dunque che dopo non molto tempo, a questo signore
riuscì a fuggire dalla galera di Pescara di passare il Tronto,
che divideva lo Stato Pontificio dal Regno di Napoli, nascosto
in un carro di paglia e si andò a rifugiare segretamente in
una villa che la famiglia Cantalamessa possedeva, e tuttora
possiede, nella Valle del Tronto e precisamente in territorio
del comune di Colli del Tronto. Quivi, ospite di quei signori,
anch'essi liberali, potè rimaner nascosto diversi mesi, finchè
non gli fu possibile andare a Torino, a riunirsi agli altri
rifugiati Politici, che lassù erano piuttosto numerosi. Per
sdebitarsi presso la famiglia Cantalamessa della lunga e
piuttosto pericolosa ospitalità ricevuta, inviò ad essa, fra
gli altri donativi, un sacco di seme di SULLA, dialettalmente
detta dai nostri contadini "rampa lupina" erba foraggera di cui
gli animali, speciamente bovini, sono ghiottissimi. Dalla
famiglia Cantalamessa poi, il seme di Sulla si diffuse tra gli
altri coltivatori della Valle del Tronto, e da qui all'intera
regione delle Marche.
[Tratto da: Domenico Grazia Civico "In Ascoli si racconta che ...
" S.T.E. 1978]
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