Il futuro dell’ermocolle – dopo
il Consiglio comunale di approvazione del “progetto norma 8”.
Da Colli del Tronto: Difficile nascondere la grande delusione
per il Consiglio comunale del 2 marzo. Pure si immaginava che le
cose sarebbero finite come poi sono finite, ma non si poteva
sospettare che sarebbe andata in quella maniera, con tante
meschinità, tante ipocrisie, una serie infinita di falsità, di
giochetti di parole: un vero catalogo di tutto quanto c’è di
peggio oggi nella politica. Si è cominciato col dire che la
forza “massmediologica” della nostra Associazione è
infinitamente più forte di quella dei poveri amministratori di
Colli: a questo si è ridotta la battaglia culturale di quasi un
anno di incontri, di dibattiti, di scritti. Hanno voluto dire
che noi abbiamo indotto la gente a pensarla alla nostra maniera
attraverso l’informazione scritta e televisiva e non hanno
capito che i problemi che abbiamo posto in discussione hanno
interessato la gente molto più che le loro ambizioni bieche e
affaristiche, giocate a spese dell’ambiente e del bene comune.
Nella loro misconoscenza totale dei problemi della cultura e del
sapere, questi signori ignorano come lo studio, la ricerca, la
fantasia possano muovere il mondo molto più della loro avidità e
dei loro piccoli interessi di bottega. Spiace dirlo ma non c’è
nessuna possibilità di colloquio con queste persone, tanto e
tale è la distanza che ci separa. Non parlo di sentirsi
migliori,, parlo di radici diverse, di sensibilità distanti, di
attese totalmente differenti, di modi di vivere e di sperare
completamente divergenti nella direzione del futuro. Questa è la
delusione più grande che abbiamo tratto da questo convulso
Consiglio Comunale. Il resto, pur importante, è cronaca quasi
ordinaria: noi continueremo a fare quanto è nelle nostre facoltà
per rendere testimonianza al nostro modo di essere e di pensare,
loro penseranno a crogiolarsi nel loro mondo di certezze e di
materialità, verso un baratro che porta alla fine di ogni
speranza in un futuro più umanizzato. Non ci incontreremo più,
la battaglia avrà un solo vincitore: o noi o loro. Il rito del
Consiglio, in una giornata di festa per il paese che celebra
Santa Felicita sua patrona, è iniziato con la lettura in
pubblico di un nostro documento e del saluto beneaugurante di
Tullio Pericoli. Dopo di che si sono aperti i lavori ufficiali.
La procedura prevedeva la lettura, peraltro estremamente
sommaria, delle osservazioni presentate dai cittadini e dalle
associazioni e poi, su quelle, il voto per alzata di mano. Tanti
e attenti i cittadini presenti, piena la sala e piena la piazza
antistante Nessuna sorpresa sull’esito del voto, essendo
scontato che la maggioranza dei consiglieri – nove contro otto-
era stata compattata senza spazi per i dubbi personali. Il
dissenso esistente nella maggioranza su questa variante si era
già manifestato nella fuoriuscita di ben tre dei quattro partiti
che la componevano – nell’ordine L’Italia dei Valori, La
Margherita e Rifondazione Comunista. Ma i numeri per avere la
maggioranza in Consiglio c’erano ancora, grazie alla
trasmigrazione (o acquisto?) di un consigliere di minoranza, al
mancato rispetto degli ordini di scuderia da parte di un
rappresentante della Margherita e di un rappresentante di
Rifondazione, quest’ultimo eletto come indipendente. Insomma una
gran confusione, che in un paese più civile avrebbe forse
consigliato le dimissioni del Sindaco e il ritorno alle urne per
sentire la volontà popolare. Qui no, evidentemente gli interessi
in gioco erano troppo forti. I primi malcontenti si sono
manifestati i sulle questioni politiche. In particolare Graziano
Gregori, tra gli spettatori, ha protestato con veemenza per
l’atteggiamento del consigliere ribelle di Rifondazione.
Graziano diceva sensatamente - se esistessero ancora delle
regole etiche -: io ho dato il mio voto a Rifondazione e adesso
il mio partito è ufficialmente contro questa variante di
speculazione; invece succede che il voto di un consigliere
eletto anche con il mio voto sia decisivo per l’approvazione. Ne
deduco che il mio voto è stato tradito e violentato. Altre
proteste infiammate sono venute dal pubblico sulla completa
sottovalutazione da parte della amministrazione delle seicento
firme raccolte contro questa variante e delle manifestazioni
popolari di protesta che sono sorte in paese contro la sua
adozione. C’è scappato qualche “ladri” e qualche “buffoni”.
Forse non è il meglio se parliamo di rispetto delle istituzioni,
ma c’è da chiedersi quanto di queste stesse istituzioni siano
rispettosi i nostri politici che hanno tollerato per puro
tornaconto il cambio di schieramento di consiglieri eletti tra
la minoranza e il ritiro dallo schieramento di maggioranza di
tre dei quattro partiti che inizialmente la formavano nelle
elezioni comunali del 2004. La questione più spinosa è stata poi
quella messa in piedi per cercare, come si dice, di salvare un
po’ sia la capra che i cavoli. Fingendo di accettare
parzialmente la proposta presentata a titolo personale dall’ing.
Cavezzi nella sua osservazione, in cui fra l’altro questa
proposta di variante era stata definita “uno scempio”, con un
piccolo gioco di prestigio verbale è venuta fuori una proposta
di fatto completamente nuova in cui però si è fatto finta di
diminuire il volume da edificare (e non è vero, perché una parte
dei terreni è stata stralciata e quindi resa disponibile per
poter essere resa edificabile tra qualche tempo), la parte
migliore dell’area è stata inserita tra quelle edificabili, è
scomparso il palazzetto dello sport ed è rimasto il campetto di
calcio da realizzare a spese del privato. Alla fine quel po’ di
terra che il Comune otterrà quale verde pubblico sarà comunque
immerso nel cemento e nell’asfalto delle nuove “villette”
(sempre più odiosa questa parola!). Ai voti: il solito nove
contro otto. Tutte le altre osservazioni, in merito a questioni
procedurali e di rispetto della deontologia amministrativa e
professionale (quest’ultima da parte del tecnico progettista),
respinte con poche parole quasi spazientite. Men che mai
accettata la proposta di “ermocolle” di azzerare tutta la
proposta e lasciare così in pace questa zona, con tutto il suo
bagaglio di paesaggio, memorie e natura. Nessuno
dell’Amministrazione è sfiorato dall’’idea che già ci sono in
paese tante aree edificabili non ancora sfruttate, molte case
ultimate e non ancora abitate. A loro non interessa nulla che il
mondo abbia già imboccato una strada diversa, che pone
all’attenzione di tutti non più la crescita smodata ma la
gestione oculata delle risorse che Dio ha voluto creare insieme
con l’uomo. Diremmo “accompagnare” all’uomo, non più “affidare”
come è scritto nella Bibbia, perché il grande errore della
nostra cultura giudaico – cristiana sta proprio nel fatto di
aver troppo spesso pensato che questi beni fossero creati ad uso
e vantaggio dell’uomo. Visto l’abuso che ne abbiamo fatto in
forza di questo dichiarato affidamento, dobbiamo fare un passo
indietro, tornare ad Eraclito che diceva “ Questo cosmo, che è
di fronte a noi e che è lo stesso per tutti, non lo fece nessuno
degli dei né degli uomini, ma fu sempre, ed è, e sarà fuoco
sempre vivente, che divampa secondo misure e si spegne secondo
misure”. Il Consiglio è terminato che erano già trascorso il
mezzogiorno, fuori c’era un sole torrido quasi fosse mezza
estate. Non so se qualcuno di quei signori che si dicono
rappresentanti eletti dal popolo ha provato un moto di vergogna
a fare quello che hanno fatto. Io ho visto che lo hanno fatto
come al solito in silenzio, senza dare mai una giustificazione
valida del loro operato, senza un ideale e un moto degli occhi
verso la gente che invece rumoreggiava. E ha continuato a
rumoreggiare fuori, con invettive e con gli occhi velati dal
pianto di una vergogna per questo delitto che si sta consumando.
“ermo colle” continuerà a lottare: adesso la battaglia si
sposterà in Provincia, alla quale spetta l’ultima parola, e
nelle aule del Tribunale amministrativo dove faremo valere
ancora le nostre ragioni. Per il resto amplieremo i nostri
interessi, ricercando con maggiore caparbietà le ragioni della
nostra identità culturale, evidentemente perduta se tutta questa
storia è veramente accaduta.
Tanti cari saluti e arrivederci.
Colli del Tronto. 8 marzo ’08
Tommaso Cavezzi
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