"Se vuoi costruire una nave devi far crescere negli uomini il
sogno di navigare ancor prima di preoccuparti del legno e di chi
la costruirà."
Potrebbe essere sintetizzato con questa metafora il percorso
intrapreso da Ermocolle per la realizzazione di un documentario
sociale. Non una semplice rappresentazione della realtà, ma un
racconto per immagini che narra autentiche storie quotidiane e
permette a chi le vede non solo di immedesimarsi, ma anche di
riflettere, di porsi interrogativi.
La regia sapiente di Gianluca Paliotti ha legato reperti
fotografici alle riprese di oggi, supportate da preziose
interviste, tutte realizzate da Angelo Cerasa, sempre alla
ricerca dell’anima degli intervistati, ottenendo così un
documentario che rende giustizia alla storia e ai luoghi che ci
circondano. Le morbide colline picene, dando e limitando
l’orizzonte, offrono un mondo variegato in poco spazio. Se la
montagna è rigore, è fatica, la collina è una sua
approssimazione smussata.
Esplorare questo territorio, ha implicato un
addentrarsi nel
paesaggio collinare e, riprendendo il “dolce naufragar” di
leopardiana memoria, un perdersi in esso.
Se la pianura lascia la libertà di movimento in ogni
direzione, la collina segmenta microcosmi e favorisce l'umana
biodiversità. Partendo da questa prospettiva, molto lavoro è
stato fatto sui personaggi, sulle loro esperienze, sui loro
obiettivi, sulle loro incertezze attraverso la forma
dell’intervista, perché più dialogica ed in grado di trattenere
quelle percezioni e sensazioni che il tempo inesorabilmente
trasforma e fa dissolvere. Successivamente è stata fatta una
griglia, con la quale raccontare uno spaccato unico di storia in
tempi irti di difficoltà. La storia di un periodo che ha segnato
una svolta anche per il mondo rurale. E qui, piano piano, si
cominciano ad accavallare le emozioni. Non è stato semplice
creare una narrazione armonica e semplice che sappia arrivare
dritta al pubblico. L’obiettivo è quello di emozionare la gente,
per farla pensare e capire in quale mondo vive, come determinati
personaggi hanno vissuto, agito in un passato non molto
remoto, rispetto alla realtà attuale, dominata da una grande
crisi economica mondiale, che mette in discussione il nostro
stesso modello di filosofia consumistica. Chiedersi se non sia
il caso di ripensare l’intero nostro modello di vita, ricercare
altri valori di riferimento, riaccostarci alla natura e ai suoi
cicli, tornare di nuovo a percepire il fluire degli eventi e
delle cose, come veri protagonisti e non trascinati dai ritmi
imposti al nostro esterno.
Quando al termine di un percorso, che è stato un viaggio
straordinario di conoscenza e di emozioni, rimane la sensazione
di aver dato tanto e ricevuto molto, quando senti che dentro di
te c’è qualcosa in più, quando la tua mente è pronta a
rimettersi in gioco e ha voglia di espandere i confini del
sapere, quando capisci che oltre il tuo naso c’è un mondo nuovo
da esplorare… allora vuol dire che un progetto ha raggiunto la
sua finalità.
Queste mie righe sono interamente dedicate alle persone che
mi hanno coinvolto in questa affascinante esperienza. Grazie
[Inviato da: Dott.ssa Carla Gabrielli il
02/02/2009]
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